Civita è uno dei borghi della provincia di Cosenza che rientra nella rete de “I Borghi più Belli d’Italia”. Si offre ai turisti secondo diversi aspetti e interessi, cattura chi è interessato alla storia, chi è interessato alla natura e chi vuole esplorare la cultura arbëresh in Italia.

Il Borgo di Civita 

Civita ha origini remote, nei secoli è stata popolata da Greci, Romani, Bizantini, Saraceni e Albanesi. Convertita in Castrum intorno all’anno Mille, fu distrutta da un violento sisma nel 1456. A dare nuova vita all’abitato, ricostruendolo, furono le comunità albanesi a partire dal 1471. 
La particolarità del borgo è l’essere incastonato tra le rocce. Civita è, infatti, attorniata da alte montagne che si aprono su paesaggi incredibili.

Case Kodra e comignoli

Le passeggiate per il centro storico di Civita non possono che suscitare un sorriso nel riconoscere fattezze umane tra le piccole case che contraddistinguono il cuore del borgo. Sono le Case Kodra, chiamate così perché ricordano le figure dipinte dall’artista albanese Ibrahim Kodra. Queste costruzioni sono “antropomorfe”: gli occhi sono le finestrelle; le canne fumarie formano il naso; le porte sono la bocca. 

Ma alzando lo sguardo sui tetti, si possono riconoscere forme particolari anche nei comignoli: facce buffe, forme che incutono timore o raffiguranti animali. Il legame è con antiche superstizioni e leggende legate alla cacciata degli spiriti maligni; più probabilmente per permettere alle forti raffiche di vento di defluire, spesso emanando suoni e vibrazioni particolarmente suggestivi.

Çifti 

Civita è tra i borghi più significativi per entrare in contatto con la tradizione arbëresh, una cultura diventata simbolo di resistenza identitaria pur integrandosi perfettamente nel contesto regionale calabrese. Le funzioni religiose, i balli e i canti, la lingua sono custoditi e tramandati da ben cinque secoli. Ancora oggi l’arbëresh non solo è parlato comunemente ma è utilizzato anche nella pubblicazione “Katundi Ynë”, Paese Nostro, giornale civitese rivolto alla comunità residente e lontana. 
Luoghi di interesse all’interno del borgo sono la Chiesa di Santa Maria Assunta, con l’iconostasi bizantina e il Museo Etnico Arbëresh che permette di esplorare questa cultura millenaria anche attraverso supporti digitali. 

Le Gole del Raganello e il Ponte del Diavolo

Acque vorticose scorrono tra le pareti rocciose intorno a Civita. Sono le acque del torrente Raganello che costituiscono, in armonia con l’ambiente circostante, la Riserva Naturale Gole del Raganello, area protetta di ben 1.600 ettari all’interno del Parco del Pollino. Il Canyon, lungo 17 km, offre meravigliosi spettacoli, colori e giochi d’acqua. Il torrente all’interno scorre rapido, aprendosi sulla valle una volta oltrepassato il Ponte del Diavolo, costruzione talmente perfetta nella sua architettura “a sella d’asino” a strapiombo sul fiume, da pensare che sia stata realizzata da un'entità soprannaturale.

Il Ponte del Diavolo e la Riserva del Raganello sono al centro di numerosi cammini escursionistici come il Sentiero del Ponte del Diavolo che parte dalla piazza principale e arriva fino al Ponte attraversando la vecchia mulattiera dove un tempo si intrattenevano scambi commerciali.

La gastronomia tipica civitese richiama la cucina albanese ma anche la gastronomia calabrese in generale e del Pollino in particolare. Una cucina “povera” dove il pane, fatto in casa e cotto al camino era uno degli alimenti sempre presenti assieme alla pasta al ferretto, ai legumi, alle verdure e alla carne. La cucina arbëresh si ritrova in molti ristoranti civitesi che si incontrano intorno alla piazza principale.

Il viaggio verso Civita è un viaggio ricco di storia e cultura, destinazione ideale per un turismo lento e sostenibile, in perfetta armonia con la natura.