Il Borgo di San Giovanni in Fiore sorge tra i boschi del Parco Nazionale della Sila, nella Sila Grande. I suoi confini lambiscono le sponde del lago Arvo con la frazione di Lorica, una delle più note località turistiche silane.
L’Abbazia Florense
Il borgo affonda le sue radici nel Medioevo e più precisamente nel XII secolo quando famiglie di lavoratori si stanziarono intorno l’Abbazia fondata dai Monaci Florensi, l’Ordine creato dall’Abate Gioacchino. Fiore non è altro che il luogo in cui sorge l’Abbazia, un’immagine simbolica molto importante al punto che lo stesso Gioacchino nella lettera testamentaria si firmò “Abate di Fiore”. Il Fiore, infatti, non è il luogo del compimento ma il luogo dell’annuncio, è Nazareth.
Nei secoli, l’Abbazia Florense ha rappresentato un centro spirituale e culturale di risonanza internazionale e, ancora oggi, richiama studiosi, turisti e fedeli da ogni parte del mondo.
Il Centro Internazionale di Studi Gioachimiti
Ai piani superiori dell’Abbazia si trova il Centro Internazionale di Studi Gioachimiti istituito il 2 dicembre 1982 su iniziativa di un gruppo di intellettuali florensi con il sostegno delle amministrazioni comunali di Celico, Luzzi e San Giovanni in Fiore. Presieduto oggi da Giuseppe Riccardo Succurro, il Centro si occupa di promuovere, diffondere e divulgare la figura e il pensiero di Gioacchino Da Fiore attraverso la pubblicazione delle sue opere, l’organizzazione di Seminari accademici ma anche attraverso incontri didattici per studenti delle scuole primarie e secondarie.
Ogni cinque anni, inoltre, il Centro organizza un “Congresso Internazionale” con la partecipazione di università e studiosi europei ed americani. Un momento molto importante in cui la Calabria assume un ruolo di primo piano nella Storia Medievale. L’Abate calabrese, infatti, è tra le figure dell’epoca più studiate insieme a Dante Alighieri e San Bonaventura da Bagnoregio.
Il Borgo
Il cuore del Borgo custodisce alcune delle tradizioni artigiane che hanno rappresentato la fonte economica principale per secoli come la tradizione orafa e la tradizione tessile con la lavorazione, diffusa ancora oggi, su telaio a mano. Testimonianze conservate all’interno del Museo Demologico dell’Economia, del Lavoro e della Storia sociale silana, all’interno dell’Abbazia.
Nel centro si trovano anche trattorie e ristoranti che propongono piatti della tradizione gastronomica silana: la Patata della Sila IGP, il Caciocavallo Silano DOP, la Pitta ‘Mpigliata, i Turdilli.